Italiani Marathon: Mairhofer è d'oro, Rabensteiner d'argento
Sandra Mairhofer d'oro, Fabian Rabensteiner d'argento. Gli altoatesini hanno corso da protagonisti alla Valsugana Wild Ride, che ha incoronato i nuovi campioni italiani di mountain bike marathon, con il campione in carica (Rabensteiner) costretto a cedere lo scettro all'ex professionista del ciclismo su strada Diego Rosa, ma comunque ottimo secondo. Top 10 anche per Eva Lechner, sesta, e per Jakob Dorigoni, decimo.
Il 34enne Diego Rosa ha ritrovato la voglia di fare fatica, di spingere a fondo, tornando al suo primo amore a pedali, quella mountain bike che lo aveva avvicinato giovanissimo al ciclismo di vertice, dove poi si è affermato su strada con le maglie, fra le altre, del Team Sky e della Astana. Quindici giorni fa, a Telve, tornava a far parte della Nazionale Mtb a pochi chilometri da dove, l’anno scorso, prendeva il via fra i ranghi del Giro d’Italia: ora prepara i bagagli per i Mondiali di Glasgow della prossima settimana con una maglia tricolore in più in valigia.
Per Mairhofer parla il suo curriculum, che la vede campionessa mondiale in carica di cross triathlon e winter triathlon: 31 anni, l’altoatesina emerge quando l’acido lattico inizia a farsi sentire. I 70,3 chilometri con quasi 3400 metri di dislivello della Marathon tricolore in Valsugana la chiamavano a gran voce fra le protagoniste annunciate, e lei non si è tirata indietro.
Il folle meteo delle ultime settimane ha messo il team organizzativo del Gs Lagorai Bike a durissima prova, nell’obiettivo di garantire una gara di alto livello in condizioni tecnicamente impeccabili. Un impegno gravoso, ma ricompensato in ultimo dalla splendida giornata di sole e dai sorrisi dei quasi 700 protagonisti della seconda edizione di Valsugana Wild Ride, divisi fra le distanze Marathon e Classic (37,9 km), attraverso i comuni di Telve, Telve di Sopra, Carzano, Torcegno e Borgo Valsugana.
Diego Rosa precede Rabensteiner e Porro
Chi lo aveva visto pedalare durante il recente ritiro della Nazionale Italiana a Telve lo aveva detto: attenzione a Diego Rosa, questo potrebbe essere il suo percorso.
Il piemontese ha scelto la giornata più bella per trovare il suo primo successo dal suo ritorno nella Mountain Bike, suo primo amore, dopo 10 anni di professionismo su strada ai massimi livelli, guadagnandosi il privilegio di indossare il tricolore per i prossimi dodici mesi.
Il portacolori del Taddei Factory Team non partiva con i favori del pronostico, che spettavano di diritto agli ultimi due titolari del tricolore, Fabian Rabensteiner (2021 e 2022) e Samuele Porro (2020), entrambi del Team Wilier-Pirelli. Eppure, fin dalla prima scalata verso Musiera e Coston di Ciste, il forcing operato da Riccardo Chiarini, compagno di squadra di Rosa, ha fatto subito capire le serie intenzioni del piemontese.
L’attacco di Chiarini costringeva Rabensteiner e Porro a rispondere, riducendo con il loro ritmo i numeri del gruppo all’inseguimento, che da 17 passava a 12 e poi a 10 unità: a farne le spese è stato, fra gli altri, Nicolas Samparisi (KTM-Alchemist), presto distanziato dalle posizioni da podio.
La mossa decisiva è arrivata però sulla successiva ascesa verso Forcella Mendana, “Cima Coppi” con i suoi 2.059 metri del percorso da 70,3 chilometri e quasi 3400 metri di dislivello. Sulle importanti pendenze all’ombra del Lagorai, Diego Rosa ha fatto valere tutto il suo motore e le doti di fondo di una carriera nel ciclismo su strada, impartendo un ritmo insostenibile anche per gli avversari più accreditati. Alle sue spalle, Rabensteiner e Porro si scambiavano accelerazioni rischiando anche il fuorigiri, e con loro rimaneva solo Lorenzo Samparisi (Ktm-Alchemist), con Juri Ragnoli (Fm Factory) a breve distanza.
Al Gpm, Rosa transitava con oltre un minuto di vantaggio sui primi inseguitori, che in discesa venivano raggiunti e superati da Ragnoli nel tentativo di rilanciare l’azione. Mentre Rosa amministrava e estendeva ulteriormente il suo margine in testa, i portacolori della Wilier si alleavano per riprendere e distanziare nuovamente Ragnoli: il podio di Telve ha visto così Diego Rosa in trionfo in 3 ore, 25 minuti e 57 secondi (20,479 km/h di media), davanti a Rabensteiner e Porro nell’ordine (+2.51).
Quarta piazza per Ragnoli (+3.47), quinta per Lorenzo Samparisi (+4.22). Da segnalare anche il bell’ottavo posto nella gara di casa per il trentino Andrea Righettini (Olympia Factory Team, +11.27).
«Era un percorso disegnato per me - ha ammesso il neo-tricolore Diego Rosa - con tanta salita e parecchia superficie asfaltata. Siamo partiti con una tattica chiara in mente, quella di imporre il ritmo e cercare di fare la differenza sulla salita più impegnativa per staccare Rabensteiner e Porro e poi gestire. Ci siamo riusciti alla perfezione, e oggi, a 34 anni e alla prima stagione di ritorno nel Marathon, vestire questo Tricolore è qualcosa di speciale».
Rabensteiner e Porro è sfumato l’obiettivo tricolore, ma il mirino si sposta immediatamente a Glasgow e ai Mondiali Marathon della prossima settimana. «Su un percorso che dovrebbe essere più adatto alle mie caratteristiche - spiega l’altoatesino -. Oggi tenere il ritmo di Diego su queste salite non era semplice, ma le sensazioni e la condizione sono buone. Domenica prossima correremo il Mondiale a Glasgow, e sarà anche il mio 33esimo compleanno. Quando ho saputo di questo calendario ho pensato che dovesse essere la mia giornata: partirò determinato per farmi il regalo più bello».
Mairhofer in solitaria:è un trionfo tricolore
Alla partenza di Telve di sabato mattina, Sandra Mairhofer (Granbike Velo Club Torino) sorrideva di gusto. L’atleta altoatesina aveva partecipato al ritiro a Telve con la Nazionale Italiana, e pertanto conosceva a menadito i 70,3 km che avrebbero assegnato il titolo tricolore. Lo stesso sorriso, più affaticato ma forse ancora più vivido, è sbucato sul traguardo quattro ore, 23 minuti e 10 secondi dopo, per celebrare il suo primo titolo italiano nella mountain bike Marathon.
Campionessa del mondo in carica di cross triathlon e winter triathlon, Sandra Mairhofer ha interpretato all’attacco la Valsugana Wild Ride fin dalle prime battute. Sono state lei e la campionessa italiana uscente Claudia Peretti (Olympia Factory Team) a mettersi in luce in salita, aumentando minuti fra sé e le prime inseguitrici, la trentina Debora Piana (Team Cingolani) e Chiara Burato (Mentecorpo Cicli Drigani Pro Team).
Il duello fra le due atlete di testa si è risolto in discesa dopo il Gpm di Forcella Mendana: un errore è costato infatti a Peretti la rottura del cerchio, mandando a monte ogni ambizione di confermarsi in maglia tricolore, in una stagione per lei finora avara di soddisfazioni e ricca, viceversa, di inconvenienti.
Da quel punto è stato un assolo per Mairhofer verso il traguardo di Telve, mentre alle sue spalle era l’ultima discesa a decretare il sorpasso di Debora Piana ai danni di Chiara Burato, con le due a completare nell’ordine il podio, rispettivamente a 9.14 e 10.01 dalla vincitrice.
«Sono felicissima - ha esordito Mairhofer -, questo percorso mi piaceva tanto già sulla carta, con tutta questa salita, e lo abbiamo trovato in ottime condizioni. Nella prima metà di gara è stato un bel duello con Claudia, mi è dispiaciuto vederla fuori gioco a causa di un problema meccanico. Sono contenta di arrivare con questa condizione alle porte dei Mondiali di Glasgow: mi sento motivata e pronta per la sfida».